Succede ormai dall’autunno 2003, una volta al mese.
Alcune famiglie si ritrovano insieme in parrocchia, si confrontano su un tema scelto e condividono un pezzetto della loro vita familiare; sperimentano cioè l’avvincente percorso di un gruppo-famiglia, come tanti altri in diocesi. Le ragioni del “mettersi insieme” sono molte; le più frequenti sono: confrontare esperienze quotidiane e illuminarle con il Vangelo, migliorare come coppia e come genitori, crescere in amicizia, condividere momenti di festa e di preghiera…

Tutto questo avviene in uno spazio di tempo relativamente breve, dalle 18 alle 22.30 del sabato sera, ma i vari momenti risultano sempre molto intensi: alla riunione vera e propria (in cui si cerca, in modo vario, di fornire spunti di riflessione e di favorire il dialogo) segue un breve momento di preghiera, adatto a grandi e piccoli e vissuto all’insegna della spontaneità. I bambini e i ragazzi, infatti, durante la riunione dei genitori, giocano in oratorio e svolgono anche una piccola attività inerente al tema della serata. Poi viene il momento della cena al sacco: in men che non si dica (!) i papà montano i tavoli e si condivide il cibo preparato dalle mamme.

I punti di forza del gruppo zero ci sembrano essere questi: la varietà delle famiglie che lo compongono e la disponibilità a mettersi in gioco e sentirsi protagonisti. Il gruppo coinvolge infatti famiglie (una ventina) molto eterogenee per età, percorso di vita e provenienza; questo risulta molto arricchente perché allena ad accogliere la diversità. Da quando è nato, il gruppo ha sempre cercato anche di prestare attenzione a famiglie in difficoltà attraverso varie forme di solidarietà: negli anni si sono succeduti piccoli progetti o azioni di sostegno, in collaborazione con la Caritas e la San Vincenzo parrocchiali.

Nel mondo attuale, così complesso e disgregato, far parte di un gruppo famiglia è un’opportunità grande per vivere più da vicino l’appartenenza alla comunità parrocchiale, per camminare in una Chiesa “a misura di famiglia”, per tessere con altre famiglie una “rete” che leghi e sostenga.

Perchè si chiama gruppo zero?      Temi e calendarietti